Per i responsabili del personale oggi cominci a essere vecchio già a 45 anni.
La maggior fonte di disagio sta diventando l’età. Ha una spiegazione il presidente di Gidp, associazione dei direttori del personale, Paolo Citterio: «La crisi ha contribuito. Prima della riforma delle pensioni targata governo Monti si sono utilizzate dosi massicce di prepensionamenti. Con “scivoli” verso il ritiro. Così i 45enni si sono resi conto in un colpo solo di aver perso il treno della carriera e di avere il fiato sul collo di giovani trentenni valorizzati per la disinvoltura con le tecnologie».Ed eccoci alla seconda motivazione del fenomeno. Le tecnologie, appunto. «Spesso si tratta di un alibi — osserva Enrico Finzi, sociologo e presidente di AstraRicerche —. Le nostre indagini constatano ogni giorno come l’utilizzo di Internet stia diventando familiare anche in classi d’età elevate, ben oltre i quarant’anni. La ragione non detta spesso è un’altra. Gli stipendi dei lavoratori maturi sono più pesanti. E le imprese si fanno tentare. Ma quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno drammatico e iniquo. Per di più dannoso per il Paese: si sprecano risorse professionali».