Occupazione in Italia: record di occupati

Nel corso del 2023, l’Italia ha registrato un incremento significativo nel numero di occupati, con un aumento di ben 456.000 unità, siamo arrivati al traguardo di 23 milioni di lavoratori, un record che non si vedeva dal 2008, anno in cui la crisi finanziaria globale ha avuto inizio con il fallimento di Lehman Brothers. Nonostante questo, il PIL italiano rimane ancora 4 punti percentuali al di sotto dei livelli pre-crisi.

Nord e Sud del paese: un divario ancora da colmare

Il divario economico e occupazionale tra il Nord e il Sud dell’Italia continua a essere una questione critica. Nonostante gli sforzi, i progressi sono stati limitati. Secondo le statistiche Svimez, oltre un milione di giovani è emigrato dal Sud per cercare lavoro. Questo fenomeno rappresenta una vera e propria migrazione, non una normale mobilità.

Migliore la situazione femminile ma è importante ricordare che durante la pandemia di Covid-19, il 99% dei posti di lavoro persi era occupato da donne.  Ancora il gender gap è significativo e crea una perdita economica ingente. Ce lo ricorda l’Ocse che ha stimato che riducendo il divario di genere nei Paesi aderenti si potrebbe aumentare la crescita del 9% entro il 2060 (fonte Sole 24 ore).

Le competenze che mancano

Le imprese italiane stanno riscontrando difficoltà nel reperire i profili professionali richiesti. Secondo i dati più recenti di Excelsior Unioncamere, le aziende avevano previsto 5,5 milioni di assunzioni, ma sono riuscite a finalizzare solo la metà di queste. E per alcune fasce di età, la disoccupazione rimane un serio problema, con tassi che superano stabilmente le due cifre: i giovani rimangono una categoria particolarmente svantaggiata.

La formazione e le materie Stem

La sfida per il futuro deve necessariamente coinvolgere l’intero sistema formativo, compresi gli ambiti umanistico, tecnologico, professionale, le scuole dei mestieri e della manifattura. Il rafforzamento degli ITS (Istituti Tecnici Superiori) rappresenta una prima risposta. Tuttavia, le università stanno inviando segnali preoccupanti, registrando  un calo delle iscrizioni nel 2022 del 2%. Segno che i giovani stentano a investire sulla formazione come promessa per il loro futuro.

Il Governo ha di recente istituito la settimana nazionale delle Stem ovvero delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche col proposito di sensibilizzare e stimolare interesse e scelta  per queste materie. La trasformazione del lavoro è in rapida accelerazione nel report LinkedIn Jobs on the rise 2023 parlano chiaro negli ultimi 8 anni in Italia l’insieme delle competenze richieste è cambiato del 25% ed entro il 2030 si arriverà al 65% a livello globale. Il mondo sta attraversando un momento di grande trasformazione e le nuove tecnologie rappresentano elementi portanti. Secondo una classifica LinkedIn, tra le figure oggi più ricercate, 5 sono di nascita recente: ingegneri di intelligenza artificiale, esperti in cybersicurezza, consulenti per la sostenibilità, ingegneri e consulenti in ambito Cloud, esperti di gestione dati. Ecco che emerge come vincente il binomio digitale-sostenibilità.

Sindacati, Governo e Confindustria dovrebbero concentrarsi sulla risoluzione di questi problemi, cercando di creare le condizioni per allineare tempo di lavoro, tempo di formazione ed educazione, con l’obiettivo di creare un futuro di prosperità e benessere per le nuove generazioni. Con l’occupazione e livelli salariali adeguati, cresce infatti anche il Pil.