Sono diventati più importanti con la crisi
Motivatori, reclutatori sono i manager delle risorse umane o delle human resources, come il mondo anglosassone ci ha insegnato. Il fattore umano è una risorsa e dopo questa crisi economica il ruolo di questi dirigenti è diventato strategico per la sopravvivenza e il successo di una grande azienda – Daniele Autieri su Repubblica è perentorio- Addio, quindi, all’ immagine classica del “direttore del personale” perché il nuovo manager delle Hr entra a pieno titolo in tutti i processi di crescita dell’ azienda, viene interpellato nella compilazione dei piani industriali, e svolge un ruolo chiave nella scelta dell’ indirizzo strategico.
L’ affermazione è confermata dai numeri raccolti in un’ indagine elaborata da Manageritalia, frutto di un sondaggio svolto tra 368 direttori del personale delle maggiori aziende (italiane e multinazionali) attive nel nostro Paese. Secondo l’ analisi, il 52,2% dei manager intervistati considera le politiche di human resources abbastanza importanti nella definizione delle strategie di business della propria azienda; per il 31,5% le stesse sono addirittura molto importanti, mentre solo il 13% le definisce di scarsa rilevanza. Allo stesso modo oltre il 70% dei manager riconosce alla funzione un ruolo cruciale, e solo il 23,9% lo considera invece marginale nell’ ambito delle politiche di crescita. «La funzione Hr – spiega Flavio Leone, responsabile delle relazioni sindacali di Manageritalia e direttore Hr di Estée Lauder, la multinazionale statunitense leader nel lusso – è ormai interpellata in tutti i più importanti processi aziendali e i manager che la guidano svolgono un ruolo strategico che va dal recruitment dei talenti, alla formazione, fino alla scelta delle professionalità migliori per lanciare i nuovi brand. Il manager delle risorse umane è di fatto spogliato di incombenze amministrative ed è chiamato a impattare direttamente sul business aziendale». La sua azione spazia quindi dal dumping, la ricerca cosiddetta “civetta” di talenti rubati alla concorrenza, fino alla gestione della mobilità interna del personale, necessaria soprattutto per aziende attive su più mercati.