La formazione on the job

Formazione on the job – Nulla di nuovo sotto il sole se non il nome, inglese, come usa oggi. In questa lingua, più sintetica dell’italiano, sono riassunti concetti che nel nostro paese comprendono varie formule contrattuali che in realtà hanno il medesimo contenuto e scopi, se non identici, molto simili.

Più semplicemente il termine, formazione on the job, è usato per identificare quei percorsi lavorativi per i quali è prevista una formazione sul campo. Ancora l’inglese è d’aiuto con una definizione succinta: work experience. In buona sostanza si tratta di una metodologia formativa che si attua direttamente sul luogo di lavoro, da svolgere con il supporto di un supervisor che insegna, mentre si svolge l’attività lavorativa, con lo scopo di formare e/o creare specializzazione riguardo un ruolo professionale o una mansione più operativa.

Le modalità possono essere molteplici (stage, tirocinio, apprendistato, alternanza scuola-lavoro, praticantato, etc.). Il fulcro della formazione è la riflessione sull’esperienza (learning by thinking).

Il tirocinio

Si tratta di un rapporto lavorativo particolare che non si qualifica come lavoro dipendente, ma che deve essere definito con alcune garanzie e l’osservanza di una serie di adempimenti tipici dei normali rapporti di lavoro. Normalmente il tirocinio formativo si svolge sotto la supervisione di due tutor. Possono esistere due tipi di tirocinio:

  • il tirocinio curriculare che si svolge all’interno di un percorso formativo istituzionale (da Università, enti o istituti di formazione): in questo caso la durata e le caratteristiche dipendono dal corso di studi;
  • Il tirocinio extracurriculare disciplinato dalle singole Regioni e finalizzato all’inserimento lavorativo di giovani, disabili, disoccupati ed altre categorie.

L’attivazione di un tirocinio prevede la presenza di tre soggetti fondamentali:

  • stagista/tirocinante;
  • soggetto ospitante (azienda, ente pubblico, ecc.);
  • soggetto promotore (università, scuola superiore, agenzia per l’impiego, centro di formazione, ecc.).

Lo stage

Spesso i termini “stage” e “tirocinio” vengono utilizzati come sinonimi e, nella gran parte dei casi, è corretto. Esiste però una differenza: lo stage è volontario, o comunque facoltativo; il tirocinio, invece, rappresenta uno step indispensabile di un determinato percorso formativo o professionale.

Il tirocinio e lo stage sono regolamentati dall’art 18 della legge 196/1997

L’apprendistato

Anche in questo caso il concetto di formazione sul campo è fondamentale. In particolare l’apprendistato, da molti anni introdotto in Italia e più volte riformato, mira alla formazione e occupazione dei giovani. Mediante il contratto in apprendistato, i giovani vengono inseriti all’interno di un’azienda, che si impegna ad offrirgli un corso di qualifica professionale o di alta formazione. La naturale evoluzione di questa forma contrattuale è l’assunzione, cioè l’inserimento a pieno titolo nella struttura aziendale terminato l’apprendistato appunto, che dovrebbe fornire tutte le competenze utili a ricoprire una determinata posizione lavorativa.

Alternanza Scuola-Lavoro

Riguarda i ragazzi della scuola secondaria superiore (15-18 anni) prevedendo che una parte della loro formazione si svolga presso un’impresa o un ente del territorio, o anche all’estero.

Nella sostanza nulla di diverso da tirocinio o stage, semplicemente la denominazione deriva da una modalità didattica innovativa che, stabilisce momenti di formazione attiva, mirati a consolidare le conoscenze acquisite a scuola, a testare sul campo le attitudini degli studenti e a orientarne il percorso di studio (e successivamente di lavoro), grazie a progetti in linea con il loro percorso di studi.

Il Praticantato

Il praticantato professionale è una collaborazione, in genere, con rimborso spese, che ha l’obiettivo di fornire una formazione lavorativa pratica, in affiancamento ad un professionista che sia iscritto all’Albo. Si tratta di un tirocinio obbligatorio, propedeutico al sostenimento dell’esame di stato per l’accesso all’abilitazione per esercitare la libera professione.

Il praticantato può essere svolto presso uno studio professionale subito dopo, o nell’anno che precede il conseguimento della laurea quadriennale, della laurea specialistica o della laurea magistrale. Serve ad acquisire le competenze che abilitano alla professione. Generalmente inizia durante l’ultimo anno di studi universitari e ha una durata di 18 mesi.

…E ora veniamo al metodo

Sono molte le metodologie che, soprattutto le grandi aziende, adottano per mettere a frutto questo tipo di formazione esperienziale. La più comune è il Coaching. Il formatore o supervisor, in questo caso, diventa anche un motivatore dà istruzioni alla persona da formare, fornendo supporto, incoraggiamento e feedback sulle sue prestazioni.

Job rotation – Si utilizza in genere per fornire una panoramica completa delle attività dell’azienda. Il dipendente viene affiancato da operatori esperti nei vari settori di attività. Lo scopo, quello di fornire consapevolezza sulle competenze e le responsabilità dei vari team.

Apprendimento misto – In questo caso si combinano varie forme di apprendimento. Si alternano fasi operative e fasi di vero e proprio studio attraverso la consultazione di dispense, lezioni visone di filmati etc. L’apprendimento misto può essere molto efficace per lavori che comportano compiti complicati o abilità specializzate.

La formazione è un elemento fondamentale nel percorso di carriera delle persone ed è ora necessario in ogni fase della vita lavorativa. Serve a tenere il passo con la realtà che cambia rapidamente e con la tecnologia che avanza. Apre, altresì, le porte a un miglioramento della produttività e della motivazione dei dipendenti.