La scuola italiana è ancora molto lontana dal raggiungimento di obiettivi formativi adeguati alle esigenze di aziende e professionisti. Come azzeccare il percorso formativo giusto per avere competenze professionali adeguate, in grado di armonizzare le personali aspirazioni con le reali necessità del mondo del lavoro?

Semplice, chiedendolo alle aziende. Le risposte in un’indagine curata dall’ Università di Padova che ha intervistato un campione rappresentativo di aziende padovane dei settori metalmeccanico e dei servizi: dieci di loro, “aziende leader” nel proprio mercato di riferimento, costituiscono il panel di controllo per la definizione dei profili ideali di competenze. Le interviste hanno fatto emergere tra le aziende e le scuole, le evidenze empiriche rispetto alla conformazione del capitale umano dislocato sul territorio.

Processi chiave nelle aziende

Il progetto, promosso da Unindustria Padova e Forèma, con il supporto finanziario della Regione Veneto, si è dunque posto come focus principale: – da un lato, far emergere i profili dei professionisti che operano sui processi organizzativi chiave, deputati a sostenere il vantaggio competitivo delle aziende; – dall’altro, di individuare i mix di offerta formativa degli Istituti Scolastici Superiori della provincia e il gap di competenze rispetto alle richieste specifiche del mercato.

Sono emersi dunque come strategiche, e quindi altamente ricercate le competenze professionali adeguate a gestire i seguenti processi-chiave delle aziende:

  • vendita/processo commerciale
  • gestione della commessa/del progetto
  • lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi
  • la produzione

E in questi ambiti, fortemente rilevanti sono risultati requisiti come: la conoscenza delle lingue, peraltro da considerarsi strumentale; le competenze scientifiche, intendendosi per scientifiche l’ampio spettro di conoscenze che abbraccia sia gli aspetti tecnici legati ai prodotti e alle tecnologie sia gli aspetti informatici fortemente collegati ai processi di digitalizzazione e, in ultimo ma non da trascurare, quelle competenze trasversali che riguardano i comportamenti come, il “saper fare con gli altri”: sono le cosiddette soft skills la cui importanza in ambito lavorativo è oggi ampiamente riconosciuta. E oggi in un mondo in continua trasformazione anche i classici profili cambiano per tenere il passo con la nuova rivoluzione produttiva: l’industria 4.0.

Le competenze professionali richieste e la distanza degli asset formativi

Sono state quindi esaminate diverse tipologie di scuola: liceo, istituto tecnico o professionale, centro di formazione professionale (CFP). Per quanto concerne le skills, negli istituti tecnici e nei centri di formazione professionale la formazione è rivolta prevalentemente a sviluppare le competenze tecniche e le competenze trasversali di tipo analitico. Più trascurato è, invece, lo sviluppo di altre abilità come le capacità comunicative, la flessibilità e le competenze relazionali in generale. Queste competenze rappresentano invece tipicamente il patrimonio che viene trasferito agli studenti dei licei. In tutte le scuole, invece, non è tenuto in debita considerazione lo sviluppo delle competenze emozionali e gestionali.

Cosa emerge dallo studio

Le differenze tra licei ed istituti tecnici e professionali

Sulla base della diversa rilevanza riservata nei piani di studio allo sviluppo di competenze tecniche e trasversali, non sorprende che esista un gap tra il set medio di competenze tecniche – in particolare di conoscenze informatiche – fornito in uscita dai licei e di competenze trasversali per i centri di formazione professionale, in rapporto al corredo minimo di competenze richieste ai giovani al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro.

Le carenze nella conoscenza delle lingue straniere

Comuni ai diversi istituti, sono le carenze nei risultati di apprendimento delle lingue straniere nonostante il deciso incremento, negli ultimi anni, delle ore dedicate a quest’ambito formativo.

Deficitarie le conoscenze informatiche

E’ notevole poi in tutti i tipi di scuole, il deficit nelle capacità di utilizzo di strumenti informatici applicativi per l’ufficio: programmi di videoscrittura, fogli di calcolo, strumenti per presentare slide, semplici database, il cui apprendimento è lasciato perlopiù alla curiosità del singolo studente persino negli istituti con un orientamento dichiarato verso la conoscenza di nuove tecnologie e sistemi informativi.

Dunque cosa fare quando ancora adolescenti i ragazzi cominciano a progettare il loro futuro?

Beh certamente qualche spunto da questa ricerca lo si può trarre, infatti, anche se effettuata a livello locale, conferma di fatto quelle che sono, più in generale, le carenze del nostro sistema formativo  a livello nazionale, spesso lamentate oltre i confini padovani da tante altre imprese in seria difficoltà a reperire le figure strategiche adatte garantirne uno sviluppo duraturo. Quindi, a prescindere da quello che si “vuole fare da grandi”, è importante cercare di acquisire competenze linguistiche e scientifiche magari evitando di concentrarsi in toto sulla cultura umanistica tanto cara alle elite del nostro paese, ma oggi assolutamente insufficiente ad assicurare un rapido accesso al mondo del lavoro.